Stagione Concertistica 2021-2022

stagione concertistica 2021-2022

Recupero dei concerti della Stagione 2020-2021
I concerti iniziano alle ore 21.

Stagione Concertistica 2021-2022

Giovedì 21 ottobre
direttore e violino Hugo Ticciati
Beethoven: Canzona di ringraziamento dal Quartetto in la minore op. 132
Britten: Variazioni su un tema di Frank Bridge op. 10
Vasks: Distant Light, Concerto per violino e orchestra d’archi

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Incontriamo finalmente Hugo Ticciati, geniale figura di violinista, direttore e animatore di iniziative artistiche, che si farà carico di questo autentico tour de force per l’orchestra d’archi, affiancandolo al Concerto per violino di Peteris Vasks, composto per Gidon Kremer nel 1997, nel quale potremo ammirare le doti di Ticciati come solista. Questo Concerto porta il titolo «Distant Light» ed è intriso del senso di dolore, solitudine e consolazione tipico dell’anima musicale baltica.
Quella «luce distante» che s’intravede nel paesaggio sonoro creato da Vasks è proprio la musica, che fa sorgere la speranza sulle nostre pene.
Nel cuore del Quartetto in la minore op. 132 compare una fra le pagine più toccanti dell’umanità di Beethoven, sgorgata dal suo cuore dopo l’angoscia di una malattia. È la «Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio». Quanto dolorosamente attuali siano queste note, nella loro nuda, disarmante preghiera e nella purezza arcaica di quel canto, è immediatamente manifesto. Abbiamo fatto tutti personale esperienza della sospensione del tempo, la stessa che Beethoven ha eternato nella sua Canzona di ringraziamento. Questa musica ci invita a scrutare dentro di noi per ritrovare la nostra natura spirituale. Anche le Variazioni che Britten indirizzò al proprio maestro Frank Bridge, utilizzando un suo tema come punto di partenza, sono un affettuoso segno di gratitudine per quella paternità artistica e per la guida ricevuta.

Mercoledì 17 novembre
Concerto inaugurale

direttore Jonathan Webb
Pietro De Maria pianoforte
Beethoven
Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 19
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in do maggiore op. 15
Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do minore op. 37

Giovedì 18 novembre
direttore Jonathan Webb
Pietro De Maria pianoforte
Beethoven
Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol maggiore op. 58
Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 mi bemolle maggiore op. 73

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Il 17 dicembre 2020 cadeva il 250° anniversario della nascita di Beethoven. La festa dello scorso anno, che avevamo deciso di celebrare nel giorno di Santa Cecilia, patrona della musica, non ebbe purtroppo luogo. Ma, in fondo, non abbiamo bisogno delle grandi ricorrenze per festeggiare il grande compositore. Vogliamo che questa “due giorni” si trasformi in una dichiarazione d’amore a Beethoven partecipata dalla nostra comunità. Eseguiremo i cinque Concerti per pianoforte e orchestra, distribuiti fra il mercoledì ed il giovedì e Pietro De Maria ne sarà l’interprete unico, insieme a Jonathan Webb e naturalmente alla Camerata. L’impegno che attende il pianista nostro concittadino non può che essere definito «eroico» e l’aggettivo – trattandosi di Beethoven – ci sembra davvero pertinente.

Giovedì 9 dicembre
direttore Jonathan Webb
Suyeon Kang violino
Beethoven: Ouverture in do maggiore «per l’onomastico» op. 115
Prokof’ev: Concerto n. 2 in sol minore per violino e orchestra op. 63
Beethoven: Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93

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Jonathan Webb dirige l’Ouverture per l’onomastico di Beethoven che avevamo inteso l’anno scorso come un affettuoso biglietto di auguri per il 250° anniversario della sua nascita, insieme all’Ottava Sinfonia, una partitura che rivendica alla musica un’autonomia spogliata d’ogni intento oratorio e celebrata nella felicità del ritmo, con un pensiero indirizzato alle figure paterne di Haydn e di Mozart. Al concerto partecipa una giovane violinista coreana residente in Germania, Suyeon Kang. A lei è affidato il Concerto n. 2 op. 63 di Sergej Prokof’ev, un capolavoro con cui il compositore si congedò dall’Occidente nel 1935, prima di rientrare in Unione Sovietica. Anche questa partitura sembra raccontarci una storia di ritrovata energia. Il canto di un violino solo si trasmette a tutti gli strumenti dell’orchestra e conquista insieme a loro vita, movimento, forza.

Mercoledì 26 gennaio
Giovedì 27 gennaio
Chiesa di San Francesco

direttore Claudio Novati
Mauro Borgioni baritono
Bach: Sinfonia dalla Cantata «Geist und Seele sind verwirret» BWV 35
Bach: «Ich habe genug», Cantata BWV 82
Bach: «Christ, unser Herr, zum Jordan Kam», Preludio corale BWV 684 Trascrizione per orchestra di Claudio Novati
Bach: «Ich will den Kreuzstab gerne tragen», Cantata BWV 56

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Torniamo nella Chiesa di San Francesco con due serate dedicate a Bach. La voce sontuosa ed elegante del baritono Mauro Borgioni sarà al servizio di due Cantate che esprimono in musica il conforto e la dolcezza di una meditazione spirituale. Una di esse si intitola Ich habe genug, che significa «Ne ho abbastanza». Siamo stati tutti messi alla prova e questa preghiera di Bach interpreta anche il nostro giusto desiderio di serenità. Anche l’altra ha un titolo eloquente: «Porterò volentieri il peso della croce». Nel metterla in dialogo con l’oboe, Bach affida alla voce alcune delle sue melodie più commoventi e intrise di grande umanità. Un direttore italiano di ventinove anni, Claudio Novati, sarà l’interprete di questo programma di speciale bellezza. Con un direttore così giovane la Camerata non può averfe che “lo sguardo avanti”.

Giovedì 24 febbraio
direttore Jonathan Webb
Tetraktis percussioni
Sibelius: Pelléas et Mélisande, Suite dalle musiche di scena op. 46
Strauss: Il Borghese gentiluomo, Suite dalle musiche di scena

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Il programma di questo concerto diretto da Jonathan Webb è intimamente legato al teatro. Pelléas et Mélisande di Sibelius è infatti musica nata come commento scenico al dramma di Maurice Maeterlinick (lo stesso da cui Debussy trasse la sua celebre unica opera lirica). Qui è accoppiata alla Suite dalle musiche di scena per il Borghese gentiluomo di Molière, una delle invenzioni più vivaci e geniali di Richard Strauss, che si è divertito a nascondervi citazioni umoristiche e affettuosi omaggi al barocco francese di Giovanni Battista Lulli, il compositore di Luigi XIV che collaborò con Molière all’invenzione della sua immortale comédie-ballet.

Giovedì 17 marzo
direttore Jonathan Webb
Beethoven: Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36
Sibelius: Sinfonia n. 6 in re minore op. 104

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Prosegue il progetto di esecuzione integrale delle Sinfonie di Jean Sibelius con la Sesta. Il compositore finlandese la definì «acqua pura» per la sua essenza cristallina, trasparente, antiretorica. È un atto di fede nella polifonia e un manifesto omaggio ai modi antichi, la sorgente spirituale della musica europea cui Sibelius attinge con devozione e castità artistica. Con la Seconda Sinfonia di Beethoven si chiude invece il ciclo delle nove sinfonie, interpretate nel corso degli anni da Jonathan Webb alla guida della Camerata e si completa l’omaggio per il 250° anniversario dalla nascita del genio di Bonn, programmato nel 2020.

Giovedì 7 aprile
direttore Luigi Piovano
Grazia Raimondi violino
Mendelssohn: Concerto per violino e orchestra d’archi in re minore MWV N:8
Čajkovskij: Serenata per archi in do maggiore op.48

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Luigi Piovano torna sul podio della Camerata per interpretare la Serenata per archi di Čajkovskij, pagina celeberrima e amatissima dal pubblico. Il programma offre inoltre il Concerto per violino e orchestra d’archi in re minore di Mendelssohn, un gioiello composto nel 1822, quando il musicista tedesco aveva solo tredici anni. Avrà come solista la nostra Grazia Raimondi, prestigioso violino di spalla dell’Orchestra pratese.

Giovedì 12 maggio
direttore Jonathan Webb
Gluck: Orfeo ed Euridice, Azione teatrale per musica in tre atti di Ranieri de’
Calzabigi
– In forma di concerto

Orfeo Antonio Giovannini
Euridice Rachael Birthisel
Amore Sophie Gallagher
Coro «Città di Prato»
maestro del coro Elia Orlando

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La musica come forza della vita e come luce che splende oltre la tenebra è il messaggio universale ed eterno del mito d’Orfeo e del capolavoro di Gluck che fa da mèta al nostro sentiero. Il concerto di chiusura ha per noi il valore di una professione di fede, intonata dall’Orchestra e dal Coro della Città come simbolo di una comunità che crede nell’energia redentrice della bellezza. Le voci di Antonio Giovannini (interprete eletto di Orfeo), di Rachael Birthisel e di Sophie Gallagher, guidate da Jonathan Webb, ci scorteranno a contemplare il «puro ciel» e il «chiaro sol» che dalla musica si irradia sulla nostra anima. Quando scegliemmo di programmarla per il maggio 2020 non immaginavamo che conquistare quel «puro ciel» e quel «chiaro sol» potesse essere così tormentato. Finalmente li contempliamo nello splendore di quei suoni, un anno dopo, con lo “sguardo avanti”.

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