Se resto sul lido,
se sciolgo le vele
infido, crudele
mi sento chiamar.
I versi perfetti di quest’Aria dalla Didone abbandonata di Pietro Metastasio possono esser letti come metafora della condizione umana: partire verso nuovi approdi dell’esperienza o starsene nella confortante certezza di ciò che già conosciamo? Per la nuova Stagione concertistica li abbiamo eletti a simbolo della nostra ricetta di programmazione, ormai consolidata. Ogni Stagione ricerca un equilibrio fra l’avventura dell’incontro col nuovo e il consolidamento del repertorio classico, tra lo scioglier le vele e il restare sul lido. Questo programma non fa eccezione, anzi s’addice con singolare appropriatezza all’immagine marinaresca di Metastasio. Il Teatro che porta il suo nome, per celebrare i sessant’anni dalla riapertura dopo il lungo restauro, ha rivolto alla Camerata l’invito a rendere omaggio al grande poeta settecentesco attraverso i maestri che, lungo tutto un secolo, hanno intonato i suoi versi esemplari, da Vivaldi a Mozart.
Questo “Metastasio al Metastasio” sarà in effetti una specie di seconda inaugurazione della Stagione, a soli tre giorni da quella che dal Politeama scioglie le vele verso la Spagna fantastica del Don Chisciotte di Cervantes reinventato da Manuel De Falla nel suo Teatrino dei burattini di mastro Pedro, tratto da un episodio di quell’immortale romanzo. Gli viene accostato, nello spirito del teatro popolare di strada, un altro capolavoro del Novecento, L’Histoire du soldat di Stravinskij, fiaba faustiana mai così attuale come oggi. A guidare questi due viaggi fra l’anima iberica e quella russa sarà Michele Gamba, giovane direttore d’orchestra già da tempo avviato a una folgorante carriera. Per sottolineare l’importanza dell’arrivo al Palazzo della Musica del patrimonio di documenti, libri e partiture di ICAMus (The International Center for American Music) salperemo alla volta degli Stati Uniti, con due capolavori firmati da Aaron Copland e da Samuel Barber, messi a confronto con i nostri Puccini e Respighi.
Il viaggio più avventuroso sarà quello verso una prima esecuzione italiana, il nuovissimo lavoro per violino e orchestra d’archi della compositrice lituana Žibuoklė Martinaitytė, ispirato dalla spiritualità buddhista, che Hugo Ticciati mette a confronto con la grandiosa Sinfonia n. 1 di Brahms, un accostamento che rappresenta emblematicamente l’antinomia fra scioglier le vele e restare sul lido. Ritroveremo in Benjamin Britten, con la voce di Mark Milhofer e la guida di Jonathan Webb, uno dei compositori con cui il pubblico pratese ha maggiore consuetudine e scopriremo come coprotagonista della meravigliosa Serenade l’eccezionale bravura del giovane cornista Ben Goldscheider. In quel programma figura anche il primo di due omaggi a Dimitri Šostakovič nel cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di questo gigante del Novecento. L’altro è collocato nell’ultimo appuntamento della Stagione, dove abbiamo invitato un poeta del pianoforte, Giuseppe Guarrera, ad interpretare il Secondo Concerto del compositore russo. Con Antje Weithaas staremo ben ancorati a Beethoven, come al più familiare dei lidi, ma veleggeremo verso il territorio meno consueto del jazz con Gianluigi Trovesi, ospiti ancora una volta del Teatro Metastasio.
E a Metastasio lasciamo allora l’ultima parola:
E intanto confuso
nel dubbio funesto,
non parto, non resto
ma provo il martire
che avrei nel partire,
che avrei nel restar.
Alberto Batisti
Direttore artistico